Arriva dall’etologia un contributo scientifico allo sviluppo personale (empowerement)
Arriva dall’Inghilterra,l’ultimo apporto scientifico di rilevanza internazionale che riguarda l’uomo e i suoi comportamenti organizzativi.Patrick Bateson nel libro “Il disegno per la Vita”(Dedalo ed.2002),dopo aver esaminato i comportamenti organizzativi degli animali( e degli uomini),afferma che ogni comportamento senza uno scopo,porta a distruzione o a deviazione.
Enuncia, per primo al mondo,la teoria della biologia dello sviluppo,ipotizzando attraverso i dati emersi dalla sua pluriennale esperienza in campo medico ed etologico che esista una progettualita’ immanente in ciascun essere vivente, senza la quale l’individuo come anche l’animale rischia non solo di perdersi,ma anche di ammalarsi e di morire prematuramente.
Questo fondamentale contributo scientifico che ci viene dall’etologia e dalla genetica, inquadra in maniera esauriente il problema dell’uomo che improvvisamente rimane orfano di una progettualita’ sicura ed appagante, (lavoro, carriera, ruolo, immagine sociale ecc…)rendendo cardine e cardinale il capitolo relativo alla scienza dello sviluppo personale, che dovra’ costituire d’ora in avanti una scienza interdisciplinare in continua evoluzione.
La psicologia del lavoro e quella individuale, legata ai temi del sostenere e dell’ottimizzare i talenti, trovano in questa tesi “biologica”,un a conferma e una sintesi, poiche’ i dati emersi dalla ricerca di Bateson riguardano migliaia di casi e sperimentazioni su vasta scala.

Lo sviluppo del potenziale evolutivo della singola persona, sara’ da considerare primario in un’ottica di prevenzione e di sviluppo sostenibile, poiche’ anche i genetisti, oltre che gli antropologi, sono dello stesso parere.
Patrick Bateson e la scuola di Cambridge, nonche’ per gli scienziati legati alle Neuroscienze, (Damasio,Maffei,Siegel), la perdita di uno scopo o di una meta ritenuta sicura e’ l’anticamera di una tempesta emotiva che puo’ sfociare in comportamenti auto-emarginanti e socialmente riprovevoli, in un abbassamento delle difese immunitarie ,in una progressiva perdita sia del senso di se’ che della vita.
In epoche lontane questo dato,non sarebbe stato una campana d’allarme per il il mondo del lavoro.Oggi lo e’,dati i cambiamenti continui, gli sforzi a reggere competivita’ e complessita’.

E allora, che fare?
Come prevenire un’ondata di persone legate al mondo del lavoro,perduto il quale,possono sviluppare patologie,rendersi invisibili?
Come dare concretezza d’impresa ad un’impresa,come quella del “sapere”in cui le persone possano ritrovare nuove strade di sviluppo ,nuovi progetti,e competenze adattative, soprattutto dopo gli… anta?
Parallelamente al fatto che si siano trovate tracce evolutive genetiche al la plasticita’ dello sviluppo sia personale che organizzativo,si tentano dunque nuove strade alla psicologia dello sviluppo umano”permanente”,come fattore preventivo di qualsiasi tipo di rischio sia nel management che nella proiezione di un nuovo disegno di se’,fuori dall’organizzazione aziendale.
Infatti i comportamenti organizzativi di un manager o di un dirigente coinvolgono stile di vita,umore,apprendimento in un progetto in continua deliberata proiezione.

Quando questa progettualita’ viene a mancare, o si interviene subito con una opportuna ed urgente “rivisitazione”delle caratteristiche della persona e della personalita’, con un bilancio di carriera che metta a fuoco le competenze utili,le informazioni e le strategie da utilizzare per un effetto”paracadute”(con un effetto di “rilancio delle sfide”) o ci si adagia progressivamento in una forma di autismo culturale, con perdita effettiva sia della memoria che delle funzioni sociali. Dare direzione di senso al proprio sviluppo di carriera professionale,o identificarsi in una strategia di risoluzione e di auto-motivazione (project learning), significa revisionare in maniera piu’ o meno consapevole e positiva,l’idea che ciascuno ha di se’ stesso (la propria “pensabilita’) in relazione alla mutata immagine sociale che egli proietta attorno a se’.
Questa rivisitazione e possibilita’ di ri-creazione dell’Io non deve essere intesa solo come descrizione vincolante il passato di se’ stessi, ma come una sorta di viaggio, di scoperta di nuovi orizzonti del sapere, di rielaborazione dell’ esperienza dalla quale e’ possibile identificare la gamma di elementi su cui fondare la propria strategia di sviluppo oltre che di apprendimento.
E’ una questione che riguarda il cuore della mente (ipotalamo) nonche’ il funzionamento Degli istinti di conservazione primari.
Promuovere un nuovo start up della persona, e la sua autonomia come fonte primaria di sviluppo e di carriera,come messa in crisi in senso greco del termine(come opportunita’ di cambiamento e dunque di arricchimento sia del sapere che del valere),rinegoziare se’ stessi non soltanto nell’ambito di una realta’ aziendale,ma al centro di un networking virtuale di persone e progetti, ricostruire aree di attivita’ presente e futura ,rappresentano solo i primi passi di un percorso formativo e professionale legato allo Sviluppo della Persona, come nuova disciplina.
Il consolidamento della persona e della personalita’ per renderla piu’ “attrezzata” ad affrontare queste e altre complessita’ (e relative decisioni),nell’ottica di un miglioramento della sfera relazionale e comunicativa, sara’ un’altra fase del percorso formativo. Tutto questo,come insegna Bateson, nell’ottica della BIOLOGIA di uno SVILUPPO sostenibile.
O, come insegna Daniel Siegel “La mente relazionale” Neurobiologia dell’esperienza Interpersonale (Raffaello Cortina ed .2001), nell’ottica di uno Sviluppo cognitivo e interpersonale, da cui scaturisce il processing dei diversi tipi di informazioni e modificazione dei relativi circuiti cerebrali.
I formatori che si occupano di questo tipo di formazione invisibile “alla persona” sono in braccio ad etologia, antropologia, neurobiologia, psicologia individuale e del lavoro. Anch’essi sollecitati ad avere competenze trasversali. Come tutti.
Forse di piu’.

tratto da www.solvers.it

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