La relazione medico-paziente è cura
Verso un’etologia del dolore diacronico

[estratto dalla conferenza di Alessandra Lancellotti presso l’Ospedale Niguarda di Milano il 29 marzo 2019]

Sino agli anni ’80 si riteneva che lo stile comunicativo del medico fosse innato o appreso dai propri maestri. Negli anni successivi questa prospettiva si è progressivamente modificata per adattarsi alle aspettative e ai vissuti dei pazienti.
Dai modelli disease centred ci si è spostati a modelli patient centred.
Nei primi modelli la malattia è l’oggetto dell’agire medico per raggiungere una diagnosi corretta e impostare la cura adeguata.
Importante chiarire che tali obiettivi sono irrinunciabili ma, come molti segnali indicano, non sono oggi sufficienti ad affrontare le difficoltà degli incontri medico-paziente, soprattutto con i pazienti. affetti da dolore cronico.
È utile comprendere il ruolo della comunicazione in una visita completamente centrata sul paziente ed il suo dolore,che se cronico, può avviare momenti depressivi di grave entità. Cosicchè il medico si trova di fronte ad una doppia patologia: il dolore e la depressione sottostante, carsica talvolta, espressa o nascente.
La medicina disease centred genera una consultazione, anche sul piano della comunicazione, doctor centred: il medico, sulla base dei sintomi, sceglie in che direzione andare. Il resto, per esempio il pianto del paziente, è ininfluente o, addirittura, un fattore confondente del processo diagnostico. Ma già a partire dagli anni 1960-70 psicologi e psichiatri come Ackermann, Boszormany-Framo e Nagy, si concentrarono sullo studio della relazione, definendo questo atteggiamento “controtransferale” nei confronti del paziente, come forza terapeutica e leva di cambiamento.
Si entra come direbbe Caleb Gardner (2001), stratega della comunicazione (Università della Tasmania) nell’”economia della missione” dove i valori co-fondanti di medicina, linguaggio, relazione e guarigione giocano ruoli diversi, ma complementari e necessari, come in tutte le learning organizations.

 

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