La psicologa non ha dubbi sul movente della madre «Donna disperata, il suo è stato un gesto d’amore»
LAVAGNA «Un gesto d’amore. E’ un paradosso, lo capisco, ma non si può tradurre in alcun altro modo il gesto di quella donna che ha abbandonato il proprio figlioletto, appena nato, davanti ad un portone. Lo ha fatto per regalargli quella vita serena e, probabilmente agiata, che lei sapeva di non potergli promettere».
Alessandra Lancellotti, psicologa e psicoterapeuta, è tra la più note ed illustri esperte del settore. Dopo aver analizzato il comportamento della sconosciuta ne ha ricavato un atteggiamento comportamentale probabilmente molto simile alla realtà.
«Ci troviamo in presenza di una persona disperata. Soggettivamente o per colpa dì altri. Una ragazza psichicamente labile o drogata, prostituta o senza lavoro,
straniera clandestina senza sostentamento oppure extracomunitaria amante di im italiano sposato che l’ha costretta a disfarsi del frutto della loro relazione. In tutti i casi quella donna ha scelto la vita. Non per se stessa ma per il piccolo che ha portato in grembo sino a pochi giorni fa. E che fosse ben coperto, al caldo, con i vestitini dì ricambio all’interno della borsa sono particolari che confermano
questa tesi. Sì, direi un atto di “saggezza”. Ha voluto risparmiare al nascituro la vergogna di vedere la propria mamma in condizioni che lei stessa aborrisce. Evidentemente capisce, in questo momento, che non è in grado, per mille ragioni diverse, di provvedere al sostentamento del piccolo. Lasciandolo davanti a quel portone, al riparo dalia pioggia e dal vento, in un punto nel quale lo avrebbero subito soccorso, non ha fatto che consegnarlo ad una vita migliore della sua. Le ha voluto allontanare da una realtà che lei stessa condanna».
La psicologa, nella sua lunga carriera, si è imbattuta in altri casi come questo e spesso, quasi sempre, hanno un comune denominatore. «Certo, sì tratta dell’ansia del ricongiungimento – conclude la dottoressa Lancellotti -, Sia figlio, quando avrà la possibilità di capire, sia la mamma dal momento nel quale si è staccata vivranno con la “necessità” di rivedersi. Ci sono donne che non resistono e dopo pochi giorni, o pochi mesi, si presentano per ottenere il figlio. Altre che lo fanno dopo diversi anni. In questo caso, per legge se il bimbo è stato affidato o adottato, potranno solo rivederlo in tempi e modi concordati dal giudice».
Corriere Mercantile, 2002