Il 29 giugno scorso a Talamone, con un abbraccio tra Fulco Pratesi e l’ideatore del progetto Paolo Fanciulli, è stata scolpita la prima pietra ed è stata lanciata una campagna che coniuga ambiente, salvaguardia e arte se si vuole, si può: ecco come sono stati fermati il saccheggio e lo scempio del mare della maremma, con questo titolo, nel 2007, la rivista di studi ambientali Etruria Natura illustrava un progetto pionieristico che ha permesso finalmente di eliminare il principale fattore di degrado delle biocenosi, attuando tre interventi integrati per il piano marino infralitorale antistante la costa maremmana. Nello stesso periodo, molti altri quotidiani e riviste riportavano la notizia del successo, quasi personale, degli anni di battaglie ambientali animate da Paolo Fanciulli, pescatore di Talamone (www.paoloilpescatore.it), per proteggere il “suo” mare. Battaglie spesso solitarie, perché il mare nel nostro immaginario è superficie, non un mondo in cui immergersi per farne la scoperta. Sussultiamo, con il cuore in gola per i cetacei spiaggiati, gli sversamenti di petrolio, i rifiuti gettati in mare e rinvenuti sulle coste, oppure ci indigniamo per l’erosione dei litorali o per le piante di posidonia oceanica strappate e portate a galla dalle ancore dei diportisti, ma non ci rendiamo conto che nel Mediterraneo oggi è rimasto un pesce su dieci rispetto a cinquantenni fa e che ogni anno vengono inutilmente distrutte più di 800.000 tonnellate l’anno di specie ittiche, pescate e rigettate morte in mare perché prive di valore commerciale, a causa dell’uso di attrezzi da pesca non selettivi. Del pari, non sappiamo che le coste italiane sono costantemente saccheggiate dalla pesca illegale, in particolare dalla pratica diffusa della pesca a strascico sotto costa, all’interno dei limiti di divieto, e non sappiamo che una rete a strascico è come una ruspa: estirpa e raccoglie ogni alga o animale che incontra.

Il sogno di Paolo Fanciulli è da sempre quello di creare, coinvolgendo empaticamente centinaia e centinaia di persone, uno spazio di sostenibilità tra natura e pesca, tra bellezza naturale e arte, tra protezione e fruibilità; è quello di crearlo nel mare, per portare tutti a “guardare nel mare” e scoprire che vi è tanta natura e bellezza che normalmente trascuriamo – in quanto invisibile – e che il mare nostrum è giornalmente depredato dalla pesca illegale, inquinato dai rifiuti tossici e dai detergenti chimici, e cementificato da opere inutili o malfatte. Nel 2006, quando la Regione Toscana, con una nuova sensibilità al futuro del mare, attivò l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Toscana (Arpat) e la Provincia di Grosseto per attuare la messa in mare, rispettivamente, di dissuasori della pesca illegale e di barriere di ripopolamento ittico, Paolo comprese subito che la dotazione finanziaria non era sufficiente per attuare una protezione completa, ma solo per creare alcune fasce di protezione. Allora, alla guida del Consorzio Piccola Pesca Monte Argentario, intervenne ottenendo il coinvolgimento di Agci Agrital, di Wwf Italia, Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee (Fipsas), Comune di Orbetello, di molte imprese e associazioni locali, di tantissimi turisti italiani e stranieri, riuscendo a finanziare la messa in mare di un numero triplo di dissuasori, nell’area di fronte ai Monti dell’Uccellina. In sintesi, riuscendo a creare un’area in cui qualsiasi azione di pesca illegale è impossibile. Sono passati sei anni, la natura ha ripreso il sopravvento e con essa il sogno di ampliare l’area di protezione, ricostruire gli anfratti naturali che offrono riparo ai pesci, arricchire ‘la casa dei pesci’ con opere artistiche capaci di spingere tantissimi turisti a”mettere la testa sott’acqua” e creare nuove prospettive di sviluppo sostenibile, capaci di contrastare il dilagare del cemento. Oggi, intorno a Paolo c’è un movimento importante di società civile www.lacasadeipesci.org), che ha trovato il supporto delle Amministrazioni locali – Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Comuni di Orbetello, Magliano in Toscana e Grosseto – e ci sono tanti artisti di fama internazionale, c’è un progetto realizzare “la Casa dei Pesci”: bella da emozionare, accogliente da volerci tornare, protetta da ogni illegalità.”La Casa dei Pesci” è un intervento unitario che realizza un percorso culturale mare-terra e terra-mare, che si differenzia, dalle iniziative del 2006, in quest’area e in altre zone dell’Italia, per il coinvolgimento del mondo dell’arte, perché la bellezza è baluardo contro ogni barbarie e gli artisti hanno il dono di saper comunicare al mondo l’impellenza di proteggere la natura. Il Progetto realizzerà in tre anni un intervento il cui filo d’Arianna sarà l’arte, creando: un migliore ripopolamento ittico con blocchi di marmo anche scolpiti da artisti amanti del luogo, come Giorgio Butini, Massimo Catalani, Massimo Lippi e gli altri che si uniranno; percorsi didattico-ambientali per una fruizione intelligente dei tratti più belli della costa, curati da Marevivo; sculture di artisti famosi – Pepper, Ciulla, Massari, De Reggi – nei luoghi di balneazione, ovvero un originale giardino dell’arte marino.

* Presidente “Comitato per la Casa dei Pesci”

Lucio Sabbadini

Terra, luglio 2012

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