Marco ha tredici anni: da tre non vede suo padre, perche’ “non vuole vederlo”. Il Tribunale, dopo aver nominato un Consulente d’ufficio (CTU) ha sentenziato che inerii normale sviluppo psicologico del minore era ed e e’ necessario che veda il padre tutte le domeniche, 15 giorni durante l’estate e  tutta la giornata di Santo Stefano. Risultato: la madre spiega al Giudice Tutelare  che “Marco è fatto così’,è testardo, che non è colpa sua se suo figlio non vede suo padre, che cosa ci può fare?… Risultato: il padre di Marco, sempre più solo e disperato dopo aver speso ingenti sommme e sforzi (psicologici) inumani, deve andare alla questura e chiedere ai Carabinieri di poter vedere suo figlio. A questo punto i Carabinieri possono anche rifiutarsi di farlo. Ma è possibile che un ragazzino di tredici anni isa così potente da mettere in ginocchio l’apparato stesso giudiziario? […] Ma questi sono i (rovinosi) esiti da padre-deficienza, da mancanza di padre appunto. I figli maschi che crescono senza il padre avranno ovvie patologie di tipo omosessuale (non potendo avere un modello di identificazione maschile tenderanno ad essere delle femminucce). Oppure devieranno in patologie psichiatriche a rischio, non potendo godere di un codice affettivo e normativo maschile. Le bambine che vivono con l’idea o che il padre le ha abbandonate o che è “cattivo”, svilupperanno forme fobiche dal punto di vista sessuale e patologie isteriche nei confronti dell’altro sesso. Non potendo fare il loro “edipo” penseranno di valere niente per tutta la vita e soffriranno per tutta la vita della Sindrome di Cenerentola. […]

La Repubblica, 1994

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