L’avevano attesa dieci anni. E poi il miracolo: nasce d’agosto una bambina, Agostina per l’appunto. E’ perfetta: l’età dei genitori (la madre, 37, il padre 39) aveva prodotto il frutto più maturo e più bello.
Agostina cresce dunque in mezzo alla gioia di tutti, nonni compresi. Tutte le preoccupazioni, tutto lo spazio di felicità le viene riservato. Il primo sorriso?
Son tutti beati! Le prime parole? Sembra che parli il genietto di casa. Agostina oltre a essere stata tanto attesa è anche bella.
I ricci sono biondi, l’incarnato rosato. La madre Rossana lascia per lei il posto d’insegnante (come si fa a non seguire una così bella creatura?). II padre dedica a lei ogni piccolo spazio di tempo. Man mano che cresce i genitori iniziano ad avvertire difficoltà che prima non avevano.
Tempo per parlarsi non ne hanno più e quando si parlano parlano solo della bambina. Tempo per gli amici ne è rimasto poco e comunque inizia una forte selezione nei confronti del contado a seconda che abbiano più o meno i figli.
I nonni poi iniziano a invadere giorni feriali e festivi in continuazione con la giusta e sacrosanta pretesa di dare una mano ai genitori ritenuti inesperti. Più Agostina cresce e più ciò che doveva unire diventa motivo di attrito di divisione. Agostina è identica a suo padre e lui se la mangia con gli occhi. Tutto il tempo che trova per la figlia, non lo trova per la madre.
Inizia una lunga guerra sotterranea in cui ad ogni presa di posizione di lei (no, il ciuccio basta!) si contrappone il parere opposto del padre (ma che male c’è?…). Non solo. Ma questa contrap.¬posizione fra coniugi trova eco e riscontro nelle rispetti.¬ve famiglie di origine.
La mamma di lei dice che lui (il padre) ha torto. La madre di lui dice invece che il figlio fa benissimo a chiudere un occhio, che non sono queste le cose che hanno veramente importanza…
Rossana che per Agostina ha lasciato il lavoro, è in preda a conflitti mostruosi: sente improvvisamente che da quando è nata la bambina ha perso potere contrattuale con il marito, con la famiglia di lui. Non solo: ma che è addirittura diventata un po’ scema, che non capisce niente di bambini… Cosa fa? Si allea con la madre per una specie di guerra di religione: ogni volta che è un pò giù, si attacca al telefono e si confida con la mamma.
Il padre invece è tronfio di orgoglio. Il suo narcisismo è alle stelle. Quando si porta in giro la bambina c’è gente che si volta a guardare quei due che, mano nella mano, passeggiano per corso Italia nelle giornate di sabato e domenica.
Agostina va all’asilo: è esuberante, ma anche prepotente. Nessuno può osare dirle no. Sono pianti maiuscoli. E’ lei che detta le regole del gioco e quando non vince si mette a piangere in modo assurdo. I bambini che non fanno quello che dice, lei Agostina li respinge dice che sono «cattivi»… Quando i genitori vanno a parlare con la direttrice dell’asilo, scoprono che è una delle bambine più problematiche quanto a condotta e a comportamento, ma è così bella che si chiuse un occhio volentieri… Quando Agostina compie i sei anni, Rossana ne ha quaratadue, il marito ne compie quaratacinque. Lei è una donna distrutta da questa guerra di logoramento senza autorità e senza l’amore né del marito né dalla figlia. Lui è un uomo tronfio e soddisfatto. Ha dalla sua parte la madre e la figlia.
La moglie è solo una «rompi», non ne può più né di lei né di sua madre, con le loro interminabili conversazioni telefoniche… Per di più ogni volta che Rossana dice qualche cosa a sua figlia il marito le ribatte sempre la stessa storia «non vedi? Tu me l’aggredisci, non ci sai fare…
Con il risultato che la madre si sente sempre più Cenerentola e Agostina sempre più regina di cuori e regina di picche. Anzi di… ripicche.
A scuola infatti (siamo alla prima elementare) non fa i compiti quando deve, non sta ferma quando glielo richiedono, non sta mai zitta. Il padre la difende a spada tratta. La madre è per lei una strega.
Quando vedo Agostina per la prima volta in consultazione psicoterapica invece di trovarmi una bimba di sei anni mi trovo una persona sputasentenze, tronfia, incapace di stare al suo posto. Una bambina saccente con lo sguardo di una adolescente furbetta.
La preoccpazione del padre è che va male a scuola. Ma la mia angoscia è che non so se riuscirò mai a far riprendere a Cenerentola il posto di regina accanto al padre, che troppo innamorato ahimè della figlia non ha occhi che per lei.
La seduzione di Agostitna è troppo forte. Più forte del gioco che a questo punto manca di regole.
Peccato per Agostina figlia bella senza futuro.
La Repubblica, 26 maggio 1989