Savona, i commenti dopo le rivelazioni della Guerinoni e la rinuncia di Soraya
SAVONA — Le confidenze di Soraya e il memoriale in cui Gigliola Guerinoni rivela un intreccio sentimentale con il giudice istruttore. Gli ultimi due colpi di scena del processo Brin hanno portato nuovi ed insperati elementi alle strategie degli avvocati e per lunedì prossimo si prevede aria di battaglia. Intanto, c’è chi propone per Gigliola una perizia psichiatrica.
«Con questo memoriale la Guerinoni ha veramente passato il segno — sbotta Ferruccio Barnaba, avvocato di Raffaello Sacco — nei panni dei suoi difensori non esiterei un attimo a chiedere una perizia psichiatrica. Veramente c’è da dubitare sulle capacità di intendere e di volere dell’imputata. Basta osservarla: come si difende, come parla, sembra quasi non rendersi conto della gravità delle accuse nei suoi confronti. Quello che ha detto Soraya? Non mi pare meriti particolare attenzione: è soltanto una notizia giornalistica. Per quanto riguarda il mio assistito, lunedì la Corte dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità della richiesta avanzate dai colleghi, di poter risalire al fascicolo che si trova in Questura per verificare se vi sono le condizioni per ravvisare in Sacco segni di squilibrio mentale».
L’avvocato Scipione Del Vecchio, difensore della Guerinoni, è rimasto sorpreso dell’ennesima clamorosa iniziativa di Gigliola: «Ha scritto il memoriale senza avvertirmi di nulla. Quando l’ho saputo sono caduto dalle nuvole. Questa signora non ha ancora capito come deve difendersi, comunque lunedì mattina avrò un incontro chiarificatore con l’imputata: molte cose sono da puntualizzare. Soraya? Inutile che si lasci andare a delle confidenze: certe cose sarebbe stato meglio le avesse dette in aula. Non siamo ad una svolta: tutto è ancora aperto».
Una battuta di Antonio Chirò, legale di Gabriele Di Nardo; «Che Soraya non abbia testimoniato è un fatto insignificante anche perché la sua deposizione sarebbe stata poco attendibile: nell’87 aveva solo dodici anni ed era in condizioni del tutto particolari».
Per Claudio Cattani, difensore di Giuseppe Cardea, ha assunto importanza enorme sia il fatto che Soraya non abbia voluto deporre, sia la decisione della Corte di non utilizzare ai fini della sentenza le testimonianze della figlia di Ettore Geri: «Questo è il punto focale del processo. Tutto quello che ha detto non avrà più valore: un brutto colpo per l’accusa».
Ma il maggiore beneficiario delle rivelazioni di Soraya, sembra essere Ettore Geri. Non è escluso che la difesa produca in dibattimento le copie dei giornali in cui la ragazza scagiona il padre. «Quanto è avvenuto — spiega l’avvocato ai Geri, Enrico Nan — irrobustisce la posizione della difesa. Le dichiarazioni di Soraya ai giornali, benché non abbiano valore probatorio, rafforzano l’ordinanza della Corte (quella in cui è stato deciso di non leggere in aula le deposizioni rese in istruttoria dall’altera dodicenne figlia di Geri e della Guerinoni, ndr) e danno ragione alla richiesta di perizia psicologica e psichiatrica siili ragazza da noi presentata all’inizio del processo. Insomma, Geri sta recuperando posizioni, stanno anche sfumando le ipotesi relative alla gelosia e alle minacce a Brin, fugate dall’audizione delle telefonate fra i due».
Meno euforica è ovviamente la parte civile: «La decisione di non utilizzare le deposizioni di Soraya — sostiene l’avvocato Roberto Suffia — crea una difficoltà nel sostenere quegli addebiti, anche se a livello puramente, tecnico i giudici potranno in qualche modo tenerne ancora conto, sia pure senza utilizzarle per la motivazione della sentenza. La stessa ritrattazione della ragazza davanti ai giornalisti fa dubitare sulla piena sincerità della bambina, cosa che del resto emergeva anche dall’istruttoria. Ma in questo processo, di credibile non c’è più nessuno. Ci sono mille risvolti, ma io credo che gli elementi siano pochi e decisivi, al di là dei vibratori e dei polveroni, peraltro, voluti. Quanto al memoriale di Gigliola, io nei panni dell’accusato non tacerei per evitare il rischio di ratificare certe affermazioni. Mi pare che l’opionione pubblica si attenda una reazione e che Gigliola rischi una querela per diffamazione e calunnia».
Maurizio Pellissone
La Repubblica, 8 luglio 1989